T utto ciò che è molto raro è molto prezioso. I diamanti, formatisi miliardi di anni fa, sono rari perché solo pochi sono sopravvissuti al rischioso percorso dalle profondità della terra alla superficie.
Tutti i diamanti sono rari, ma quelli destinati alla gioielleria sono ancora più rari. Di questi, meno del 5% supera il carato.
PROVENIENZA ED ESTRAZIONE
Prima che un diamante raggiunga la mano di una donna tocca almeno 4 continenti e le vite di centinaia di persone. Infatti è necessaria l’esperienza di molti abili artigiani per il complicato processo di estrazione e rifinitura di un diamante.
I 5 maggiori Paesi produttori diamanti garantiscono il 90% del volume di approvvigionamento mondiale diamanti grezzi. Il Sud Africa, invece, ne fornisce più della metà in termini di valore.
I Paesi produttori più importanti sono: Botswana Namibia, Sud Africa, Angola, Russia, Zaire, Australia.
IL TAGLIO: OVVERO COME SI RIVELA LA BELLEZZA DI UNA DIAMANTE
Un diamante grezzo assomiglia così tanto ad un ciotolo qualsiasi, che la maggior parte delle persone non lo degnerebbe di uno sguardo. È l’abilità del tagliatore di diamanti che svela la fiera bellezza che giace nascosta nelle pietre.
L’abilità richiesta per questa arte è stata tramandata nei secoli, di generazione in generazione, ed è un’arte per la quale non sono ammessi errori. Il rischio non è soltanto per la pietra in sé, bensì per le tante ore, addirittura mesi di lavoro, che sono richiesti per tagliare e pulire ogni gemma. È interessante sapere che durante questo lungo procedimento, ogni diamante perde in media il 50% del suo peso originario.
La bellezza di un diamante dipende dal modo in cui esso riflette la luce. Il tagliatore deve sfaccettare la pietra in maniera tale che la luce venga riflessa all’osservatore, possa penetrare dalla parte superiore, riflettere all’interno e fuoriuscire dall’alto. In questo modo viene riflessa la maggior quantità di luce e il diamante risplende con il suo fuoco, la sua brillantezza e il suo scintillio.
I centri di taglio sono spesso lontanissimi dalle zone di estrazione. Infatti l’industria dei diamanti è veramente internazionale. Sparsi in tutto il mondo, i principali centri di taglio si trovano a New York, Tel Aviv, Anversa e Bombay. L’industria dei diamanti è molto importante per questi paesi. Ad esempio, solo in India sono impiegate circa 750.000 persone. In Israele lavorano 10.000 persone, in un’industria che rappresenta circa il 25% degli introiti totali provenienti dall’esportazione israeliana.
LA FORMA O IL TAGLIO DI UN DIAMANTE
La precisione e la delicatezza con cui viene tagliato un diamante determinano la sua brillantezza, il suo fuoco, quindi la sua bellezza. Per l’acquirente è soltanto una questione di gusto individuale e la scelta è limitata solo dall’abilità e immaginazione del tagliatore.
Il taglio a brillante è la forma più conosciuta, ma esiste un’ampia varietà di forme che va dalle più tradizionali a marquise, goccia, smeraldo, ovale, baguette, carrè o cuore sono alle più fantasiose e creative.
LE 4 C DEL DIAMANTE
Ogni diamante è unico, ma al di là della sua aura impenetrabile si celano qualità specifiche che determinano il valore di ogni singola pietra. Si tratta delle cosiddette 4C, dall’inglese Carat, Color, Clarity e Cut, rispettivamente, caratura, colore, purezza e taglio.
Quattro parametri qualitativi universali che aiutano ad orientarsi nella scelta del diamante perfetto.
CARAT: Il primo parametro di valutazione di un diamante è senz’altro la Caratura, ossia l’unità di misura con cui si calcola il peso di una gemma; un carato equivale a 0,2 grammi.
COLOR: Il diamante può essere considerato come l’unica gemma il cui valore è determinato dall’assenza di colore. Il sistema di classificazione internazionale ordina il colore e la conseguente qualità dei diamanti su una scala progressiva che va dalla lettera D (colorless) alla lettera Z (light yellow), in cui la D rappresenta la totale assenza di colore e quindi il diamante di maggior pregio.
CLARITY: La Purezza è la qualità di una pietra di essere scevra da “inclusioni” (termine che, in gemmologia, indica qualsiasi inomogeneità presente all’interno). A seconda del numero, del colore, della dimensione e della posizione di dette caratteristiche interne, si determina il grado di purezza del diamante secondo una scala discendente compresa tra l’I.F. (nessun difetto visibile a 10x) al PIQUÈ (inclusioni evidenti a occhio nudo).
CUT: Il taglio, ovvero quel processo di sfaccettatura, lucidatura e intaglio della pietra grezza, operato al fine di massimizzare la riflessione e la rifrazione della luce. A seconda della capacità di combinare al meglio brillantezza e dispersione, un diamante viene dunque classificato come dal taglio Excellent, Very good, Good, Fair o infine Poor.