Il maestro orafo Luigi Citi si racconta in un’intervista, parlando delle visioni, tradizioni e savoir faire di Bottega Orafa. Una storia che inizia nel 1993, da un piccolo laboratorio, e oggi rappresenta una punta di eccellenza della gioielleria toscana incarnando i valori dello stile italiano nell’universo delle pietre preziose.
Nel 1993 apre un laboratorio di oreficeria a Navacchio. La vostra storia inizia così?
L: Si, quasi 30 anni fa, in un piccolo laboratorio di 30mq, pochi macchinari e tanta passione. Al tempo la tecnologia era lontana dal mondo del gioiello, che prendeva vita grazie alle sole mani sapienti dell’orafo.
Da quando hai iniziato la tua attività ad oggi, come hai visto cambiare il mondo del gioiello?
L: Negli anni 90 dominava il metallo, le pietre erano solo un dettaglio prezioso. Oggi, al contrario, la gemma la fa da padrona, la nostra missione è quella di creare una struttura elegante e raffinata che ne esalti le qualità
Come nasce un gioiello Bottega Orafa? È più impegnativa la fase della progettazione o quella della realizzazione?
L: La nascita di un gioiello alla Bottega Orafa necessita di un impegno costante dalla progettazione alla realizzazione. L’attenzione ad ogni piccolo dettaglio, permette di completare il processo, ottenendo il risultato migliore.
Oggi conta più la sostanza o la forma? I clienti sono più attenti ai volumi o alla scelta della materia prima?
L: Di sicuro, oggi, la materia prima, assume un ruolo centrale. I primi passi nella scelta del gioiello sono una vera e propria consulenza che facciamo al cliente in particolare sulle pietre e le loro caratteristiche. E’ il punto di partenza per la realizzazione dei desideri dei nostri clienti.
Parliamo di diamanti fancy color. Un tempo erano considerati quasi di secondo ordine rispetto a quelli incolore, oggi invece stanno vivendo una stagione di grande interesse per via della loro rarità. Come ti spieghi questo cambio di tendenza?
L: Il diamante Fancy color è molto raro, proprio per questo negli ultimi anni ha suscitato molto interesse, soprattutto in quelle persone che volevano qualcosa di diverso e di più esclusivo. Noi abbiamo investito in questo settore già molto prima che ci fosse tutto questo interesse, ed il tempo ci ha dato ragione.
Nel vostro lavoro oggi quanto conta la tecnologia in fase di progettazione?
L: Come in tutti gli altri settori, anche nella gioielleria, l’applicazione delle tecnologie avanzate, si è resa necessaria. Questo permette di avere un livello di perfezione molto alto, ma alla base di alcune fasi del processo produttivo, la conoscenza, e l’abilità artigiana sono indispensabili ed insostituibili.
Una domanda che tanti si fanno è: l’idea di un gioiello nasce dalla pietra o dalle pietre su cui si andrà a lavorare, oppure al contrario c’è un’idea di fondo che prescinde dalle pietre che saranno utilizzate?
L: La guida per la realizzazione di un gioiello è, nel nostro atelier, la pietra, sia che si tratti di una richiesta del cliente, sia che si tratti di un gioiello della nostra collezione.
Le vostre creazioni affascinano non solo perché sono belle ma perché “significano”. Hanno una dimensione sia materiale che spirituale che emerge con una dolce evidenza. Ci sono gioielli che hai creato che sono legati ad un significato o una storia particolare che hai ascoltato?
L: Tutti i gioielli che nascono dal desiderio di un cliente, racchiudono una storia, rappresentano un momento, una fase importante della loro vita. Il nostro compito è quello di capire e dare vita a questo momento attraverso il gioiello. Ogni nostro gioiello è come un figlio, non puoi sceglierne uno…
Bottega Orafa non è solo un laboratorio, ma anche un’azienda di famiglia dove la passione per la gioielleria è stata trasmessa alla nuova generazione. Che valori vorresti tramandare ai tuoi figli?
L: Amore e passione per il proprio lavoro, per la bellezza e l’arte che racchiude, la curiosità, la competenza, l’onestà e la professionalità.